lunedì 1 luglio 2013

Concerto dei Baustelle


Hello Raccooners!
Qui è Scout che parla.

A me gli occhi: adesso dovete fare una cosa.
Chiudetevi in camera da soli al buio, alzate il volume e ascoltate:
Poi ascoltate questo:

Adesso capirete perché, quando ho raccontato a mia nonna che sarei andata ad un concerto dei Baustelle e le ho fatto sentire una canzone a caso (Nessuno, per l’appunto), lei ha sgranato gli occhi e mi ha chiesto se per caso non avessi intenzione di suicidarmi.
Sì, beh, prima di andare al concerto avevo sentito parlare dell’ultimo album dei Baustelle, ma non l’avevo ascoltato… e quando l’ho fatto… beh, ecco, diciamo che mi sono preparata un bagaglio di ricordi felici sufficiente da permettermi di affrontare il concerto come se stessi andando a combattere contro un Dissennatore.


E invece no, invece mi è piaciuto. Yeyy!
Aspettate: alcune canzoni hanno davvero la tendenza a suscitare l’irrefrenabile desiderio di morire subito di una morte molto violenta. Oppure scappare urlando.
Tipo la prima canzone della scaletta, Fantasma, che evoca tetre immagini di bambini spettrali che corrono cantando per i corridoi di un orfanatrofio abbandonato. E tu senti le loro voci e li segui e all’improvviso ti ritrovi sperduto tra quelle mura che si dissolvono come le pareti di Silent Hill e le voci aumentano e tu trovi il bambino e lo giri e… e… OH MIO DIO LA SUA FACCIA! E scopri che è un mostro terribile e putrefatto.
Ho reso l’idea?

           
Devo dire che però, canzoni deprimenti o meno, c’era sempre un sacco di atmosfera.
Potevi distogliere un attimo lo sguardo dalla folta criniera di Bianconi, guardare le espressioni della gente attorno a te (sentire i fan più accaniti recitare a memoria ogni. singola. parola. delle canzoni) e provare quei sentimenti di comunione e comunità che si sentono nei confronti di perfetti estranei in momenti del genere.
Questa è una delle ragioni principali per cui mi piace andare ai concerti.
Certo, se la musica è bella e ne conosco il testo anch’io tanto meglio, ma anche quando la mia conoscenza della scaletta si limita al ritornello di un paio di canzoni l’atmosfera è sempre magggica.
Fa molto “carpe diem”, secondo me: sei lì, in quel momento, con i tuoi amici e con un sacco di amichevoli sconosciuti come te.
La finisco qui prima di diventare troppo sentimentale.

E ricordate: io non voglio crescere, andate a farvi foooottereeee!

Peace and love
Scout

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