Salve Raccooners!
Qui Scout che parla.
C’è una cosa di cui io e
Belle abbiamo parlato un paio di mesi fa, e cioè di che cosa determina la
felicità di una persona nella vita.
Ipotesi numero uno: la
ricerca e la scoperta del “true love”, il vero amore.
Ipotesi numero due: un
sogno, una passione, insomma quello che riteniamo essere il nostro scopo nella
vita.
Ne abbiamo parlato a lungo senza
arrivare a una conclusione unanime. O almeno, io non riesco ad arrivare a una
sola conclusione; personalmente, preferisco immaginarmi la cosa più come una
specie di diagramma a torta, avete presente?
Simile a questo, solo che
nel mio ogni spicchio porta il nome di, ad esempio, l’amore, la famiglia, gli
amici, il famoso “scopo della vita”, i sogni, gli hobby, fino a quel tipo di
cose che ti rendono felice lì sul momento, come una bella canzone o la
cioccolata.
Insomma, alla fine abbiamo
deciso che in generale lo spicchio del true love è quello più grande e
importante, quello che garantisce la maggiore felicità.
Dopo tutto questo discorso,
però, mi restava ancora qualche dubbio: ci saranno persone per cui, ad esempio,
la carriera è più importante dell’amore, no?
Ci saranno persone che
scelgono qualcos’altro e che sono rese felici per la maggior parte da
qualcos’altro, e non dall’amore. Può darsi che in realtà non sia possibile
delineare uno schema universalmente valido, ma che ognuno abbia le proprie
priorità.
Quindi mi sono messa a
cercare un po’ di esempi.
Per prima cosa ho cercato
nella vita reale, ma non ho trovato molte risposte. Nella realtà tutto è così
instabile e in continuo cambiamento che non è possibile trarre conclusioni che
non finiscano in frantumi dopo un po’ di tempo. Gli adulti che conosco, ad
esempio, mi sembrano dare egualmente peso all’amore e al lavoro. Se hanno
problemi con il lavoro (intendo problemi di motivazione e soddisfazione)
tendono a mandare a puttane anche il resto delle loro possibili fonti di
felicità, come l’amore, e quindi anche la carriera deve occupare un
posto piuttosto importante nel loro diagramma a torta personale.
Quindi sono passata agli
esempi nel cinema e nella letteratura.
Anche qui, però, c’è un
tranello: la maggior parte delle trame di film e libri sono congegnate in modo
da andare incontro ai desideri del massimo target possibile. Per questo motivo
in ogni storia, assolutamente ogni storia, quando il protagonista si trova in
una qualsiasi situazione difficile gli viene aggiunto sopra anche il pathos di
una storia d’amore tormentata.
Praticamente ogni volta il nostro
protagonista si troverà nella condizione di dover scegliere tra la più semplice
risoluzione di tutti i suoi problemi o il conseguimento del suo progetto
iniziale e l’avverarsi della storia d’amore. E praticamente ogni volta
sceglierà l’amore e tutti usciranno dal cinema col cuore pieno di gioia.
True story.
E quindi non si può fare
affidamento neanche su questo.
Dunque quello su cui si può
fare affidamento, secondo me, sono i film tratti da storie reali (vere storie
reali, non Paranormal Activity) e i libri non romanzati.
Devo ammettere, adesso, che
non ho ancora trovato una risposta che mi convinca alla domanda. Sono ancora in
fase di ricerca.
Scrivo qui di seguito due
esempi che ho trovato ultimamente che sostengono l'uno la prima, l’altro la
seconda ipotesi.
A sostegno dell’amore
abbiamo una frase tratta dal Profeta di Kahlil Gibran:
“E quando le sue ali vi
avvolgono, abbandonatevi a lui, anche se la spada nascosta tra le sue penne può
ferirvi. E quando esso vi parla, credetegli, anche se la sua voce può infrangere
i vostri sogni come il vento del nord quando devasta il vostro giardino.”
A sostegno dei sogni c’è il
film Amelia, uscito nel 2009 e diretto da Mira Nair, con Hilary Swank nel ruolo
della protagonista.
Il film racconta in maniera
penso piuttosto fedele la vita di Amelia Earhart, la prima aviatrice donna ad
aver attraversato il pacifico in solitaria e ad aver tentato di fare il giro
del mondo in aeroplano.
Il motivo per cui l’ho preso come secondo esempio è che
Amelia, pur essendo innamorata di suo marito (interpretato da Richard Gere) e
considerando molto importante la loro relazione, alla fine lo abbandona per
inseguire la sua passione, il volo.
Per tutta la vita spende
tutte le sue risorse e le sue energie per finanziare e sostenere la sua
passione e alla fine muore per essa. Cosciente di tutti i rischi, saluta il
marito, che l’aveva pregata di rimanere con lui, e parte semplicemente perché non
potrebbe fare altrimenti, ne va della sua felicità.
Ecco.
In definitiva, quindi, non
penso neanche che ci sia una sola risposta. Sono sempre più convinta che
dipenda unicamente da ciascuno di noi.
Voi cosa ne pensate?
Peace and Love, Raccooners.
Scout
Nessun commento:
Posta un commento